D-Dimero


D DIMERO

 

Il D-Dimero è un prodotto di degradazione della fibrina (FDP), un frammento proteico rilevabile nel sangue in caso di fibrinolisi, grazie all’azione della plasmina, un enzima proteolitico. Il nome della sostanza deriva dal fatto che è costituito da due frammenti D di fibrina, stabilizzati da legami crociati covalenti. Il peso molecolare del D-Dimero si aggira intorno a 180.000 dalton e l’emivita è pari a 4-6 ore.
La sua determinazione mediante un esame del sangue è stata introdotta negli anni novanta e oggi trova indicazione clinica nella diagnosi dell’embolia polmonare, della trombosi venosa profonda e della coagulazione intravascolare disseminata. La misurazione presenta alta sensibilità ma bassa specificità, pertanto un valore basso può escludere una patologia trombo-embolica, mentre un valore elevato non è sufficiente a determinarne la diagnosi.
Il D-Dimero teoricamente non è normalmente presente nel plasma del sangue umano, tranne quando viene attivato il sistema di coagulazione, come per esempio in caso di trombosi o coagulazione intravascolare disseminata. In realtà una bassa concentrazione di D-Dimero può essere riscontrata anche nel sangue dei soggetti in buona salute. Ciò indica che esiste un equilibrio dinamico fra la fase di formazione di fibrina e la sua degradazione da parte del sistema fibrinolitico, anche in condizioni fisiologiche.
Quindi la concentrazione del D-Dimero in vivo riflette la condizione di quella che può essere definita bilancia emostatica, e pertanto presenta una marcata variabilità da individuo ad individuo, sia esso in buona salute od affetto da condizioni patologiche.
Condizioni caratterizzate da aumento del D-Dimero
Fisiologiche: età avanzata (incremento nel soggetto anziano > 65 anni, forse correlato a minore mobilità e all’aterosclerosi), Periodo neonatale, Gravidanza (espressione dell’aumentata ipercoagulabilità propria della condizione), Limiti di laboratorio (interferenza di proteine plasmatiche, emolisi, sostanze cross-reagenti, anticorpi).
Patologiche: Soggetti ospedalizzati e con disabilità grave, Infezioni in atto (sepsi da Gram negativi!), Traumi maggiori, Ictus, Scompenso cardiaco, Neoplasie, Coagulazione intravasale disseminata (CID), Interventi chirurgici, Malattie epatiche, Malattie renali, Malattie infiammatorie croniche (Lupus eritematoso, artrite reumatoide), Tromboembolia venosa, Terapia trombolitica
Casi particolari
  • Falsi positivi: possono essere dovuti a varie cause: malattie del fegato, un elevato valore del fattore reumatoide, infiammazioni, tumori maligni, traumi, gravidanza, interventi chirurgici recenti, così come l’età avanzata.
  • Falsi negativi: si verificano in particolare se il campione è raccolto troppo presto dopo la formazione dei trombi oppure se il test è eseguito con grave ritardo (nell’ordine di diversi giorni), trattamento anticoagulante in corso, provetta del campione non sufficientemente.
  • Nei pazienti anziani il D-Dimero presenta una specificità ridotta e perciò è meno utile. È però possibile costruire dei valori di cut-off dipendenti dall’età in modo da adattare e rendere utile l’esecuzione del test anche nei soggetti anziani.