Proteina S


 

PROTEINA S

 

 

La proteina S è una proteina vitamina K-dipendente di 635 amminoacidi ed è principalmente sintetizzata dal fegato e dalle cellule endoteliali. É presente in 2 forme: circa il 40% libera (forma attiva) e il restante 60% è legata nel sangue alla proteina C4BP. Deve il suo nome a Seattle, la città dove fu scoperta nel 1984.

 

La proteina S ha funzione di cofattore della proteina C e ne potenzia l’attività. Inoltre è molto importante nel mantenimento della funzionalità delle cellule fotorecettoriali retiniche e nella fagocitosi di cellule apoptotiche. Infatti essa, legandosi con la fosfatidilserina presente normalmente sulle cellule apoptotiche, media il legame tra i fagociti e la cellula morente da eliminare. Ciò avviene perché la proteina S lega un recettore di tipo TAM sui fagociti funzionando come ponte.

Il deficit di proteina S è un disturbo associato all’aumento di rischio di incorrere in trombosi venosa. La proteina S, un anticoagulante fisiologico dipendente dalla vitamina K, agisce come cofattore enzimatico di proteina C attivata nella degradazione proteolitica del fattore V e del Fattore VIII. La diminuzione dei livelli o l’alterata funzionalità della proteina S comporta la diminuzione della degradazione del fattore Va e del fattore VIII e quindi ad un aumento della tendenza alla trombosi venosa.

Vi sono tre tipi di deficit di proteina S ereditaria:

  • Tipo I – ridotta attività della proteina S: diminuzione totale della proteina S (difetto quantitativo)
  • Tipo II – ridotta attività della proteina S: i livelli normali della proteina S libera e i livelli di proteine totali S sono normali (difetto qualitativo)
  • Tipo III – ridotta attività della proteina S: diminuzione dei livelli della proteina S libera e normali livelli di proteine totali S (difetto quantitativo)

il deficit di proteina S può anche essere acquisito a causa di carenza o di un trattamento farmacologico (farfari, ad esempio), per via di una terapia ormonale sostitutiva, in gravidanza, in alcune malattie del fegato o nel caso di infezioni croniche (ad esempio HIV). il deficit di proteina S è la causa di fondo di una piccola percentuale di casi di coagulazione intravascolare disseminata (CID), trombosi venosa profonda (TVP) ed embolia polmonare (EP).

Di seguito la rappresentazione schematica del funzionamento del meccanismo ANTICOAGULANTE PROTEINA C/PROTEINA S.

Codice Descrizione

Confez.

 
 

COAGULATIVA

 

FO220B PROTEINA S

40 test

Determinazione dell’attività della proteina S nel plasma umano. La proteina S presente nel campione è innanzitutto attivata per aggiunta di uno specifico veleno di serpente (Agkistrodon contortrix). La proteina S, in qualità di cofattore della proteina C, inibisce il Fattore V ed il fattore VIII, che comporta un allungamento dell’aPTT test, come sopra indicato: maggiore il tempo di coagulazione maggiore la quantità di proteina S presente nel campione. Il reagente contiene il fattore Xa e la proteina C.

Reagenti liofili. Stabilità 7 giorni a -20°C.

Reazione a 37°C. Dispensare 50 ml di plasma carente di proteina S (R2), 50 ml di plasma citratato prediluito (diluente fornito nel kit), 50 ml di proteina S attivatore (R1), 50 ml di reagente aPTT (R4), 50 ml di calcio cloruro (R5). Standard incluso nel kit (R3).

 

ELISA

 

036-001 PROTEINA S

96 test

Determinazione quantitativa della proteina S nel plasma umano. La proteina S presente nel campione si lega agli anticorpi monoclonali anti proteina S umana coattati sui pozzetti. Le piastre vengono quindi lavate per eliminare le proteine non legate e le altre molecole del plasma. Successivamente, viene introdotto in ogni  pozzetto un anticorpo anti proteina S umana coniugato con perossidasi di rafano (HRP). Dopo l’incubazione, il coniugato non legato viene eliminato mediante lavaggio. L’aggiunta di un substrato a base di tetrametilbenzidina (TMB) e perossido i idrogeno (H2O2) porta allo sviluppo di una soluzione di colore blu. L’aggiunta di acido solforico (H2SO4) 0.36 N, farà virare il colore della soluzione a giallo,riducendo la TMB e bloccando la reazione, denaturando l’HRP: la misurazione della densità ottica a 405 nm è direttamente proporzionale alla quantità di proteina C presente nel campione da esaminare. Il kit non risente delle interferenze dovute a: mutazione R506Q Fattore V di Leiden, LAC, aumento fattore VIII (via dell’aPTT) o  Fattore VII attivato (via del PT). Reagenti liquidi pronti all’uso. Stabili sino alla data di scadenza.

Reazione a 37°C. Dispensazione del campione prediluito e pretrattato con polietilenglicole (PEG), attendere 40 minuti per la prima incubazione, lavaggio dei pozzetti, dispensazione del coniugato enzimatico, incubazione di 10 minuti, lavaggio dei pozzetti, e dispensazione del cromogeno. Dopo 10 minuti, bloccare la reazione dispensando la soluzione di arresto. Standard inclusi nel kit (3 flaconi, stesso livello). Liofilo da ricostituire con 0.5 ml di acqua bidistillata. Stabile 24 ore a 2-8°C. Non congelare.

051-001 PROTEINA S libera

96 test

Determinazione quantitativa della proteina S libera nel plasma umano. La proteina S libera presente nel campione si lega agli anticorpi monoclonali anti proteina S umana libera coattati sui pozzetti. Le piastre vengono quindi lavate per eliminare le proteine non legate e le altre molecole di plasma. Successivamente, viene introdotto in ogni  pozzetto un anticorpo anti proteina S umana libera coniugato con perossidasi di rafano (HRP). Dopo l’incubazione, il coniugato non legato viene eliminato mediante lavaggio. L’aggiunta di un substrato a base di tetrametilbenzidina (TMB) e perossido i idrogeno (H2O2) porta allo sviluppo di una soluzione di colore blu. L’aggiunta di acido solforico (H2SO4) 0.36 N, farà virare il colore della soluzione a giallo,riducendo la TMB e bloccando la reazione, denaturando l’HRP: la misurazione della densità ottica a 405 nm è direttamente proporzionale alla quantità di proteina C presente nel campione da esaminare. Il kit non risente delle interferenze dovute a: mutazione R506Q Fattore V di Leiden, LAC, aumento fattore VIII (via dell’aPTT) o  Fattore VII attivato (via del PT). Reagenti liquidi pronti all’uso. Stabili sino alla data di scadenza.

Reazione a 37°C. Dispensazione del campione prediluito e pretrattato con polietilenglicole (PEG), attendere 40 minuti per la prima incubazione, lavaggio dei pozzetti, dispensazione del coniugato enzimatico, incubazione di 10 minuti, lavaggio dei pozzetti, e dispensazione del cromogeno. Dopo 10 minuti, bloccare la reazione dispensando la soluzione di arresto. Standard inclusi nel kit (3 flaconi, stesso livello). Liofilo da ricostituire con 0.5 ml di acqua bidistillata. Stabile 24 ore a 2-8°C. Non congelare.